
COLLINE SALERNITANE
SENTIERO 121
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LE
NORME Dl AUTOREGOLAMENTAZIONE DEL C.A.I.
"TAVOLE DELLA MONTAGNA"
di Courmayeur
Codice di autoregolamentazione delle attivita' sportive in montagna (1995)
Considerazioni generali
Per autoregolamentazione si intende che la regola e' posta dallo stesso soggetto
che la deve rispettare. Le regole che seguono sono proposte -perche' le
rispettino- a due soggetti: la persona che pratica l'attivita' e l'associazione
che la promuove e la organizza.
Le regole si basano su un inscindibile criterio etico-ambientale: protezione
dell'ecosistema alpino e mantenimento di condizioni conformi alla natura e al
significato dell'attivita'.
E' necessario che la presenza dello sportivo in alta montagna sia sempre
rispettosa della cultura e delle tradizioni locali.
Non bisogna inoltre adattare l'ambiente dell'alta montagna alle esigenze degli
sportivi, bensi' adattare queste ultime alle realta' ambientali dell'alta
montagna.
Premesse comuni a tutte le attivita'
Le attivita' sportive a cui si riferisce il codice sono tutte da considerare -in
se stesse- a debole impatto ambientale. Le facilitazioni che danno origine all'iperfrequentazione
dell'alta montagna e al conseguente degrado ambientale (strade, funivie,
alberghi, rifugi, vie ferrate o attrezzate) non sono in generale indispensabili
alla loro pratica, ma assai spesso imputabili ad interessi estranei ad un
genuino spirito sportivo.
Si richiede un impegno
comune a tutti coloro che praticano tali attivita', nell'ambito delle loro
associazioni e di queste a livello organizzativo e politico-amministrativo, perche' tali facilitazioni non vengano ulteriormente ampliate, ma se possibile
ridotte, e perche' venga limitato ai casi di emergenza l'uso dei veicoli a motore
(auto, motocross, motoslitte, elicotteri).
Esse devono altresi' opporsi alla costruzione di nuovi rifugi, all'ampliamento di
quelli esistenti, alla trasformazione degli stessi in strutture di tipo
alberghiero, recuperando la loro funzione originaria di ricettivita' essenziale
in quota.
Nell'ottica di contrastare l'iperfrequentazione si richiede alle associazioni
l'impegno a qualificare il proselitismo, a non favorire la pubblicazione di
guide a scopo prevalentemente commerciale e pubblicitario, a promuovere
iniziative di sensibilizzazione ambientale; ai singoli si richiede l'impegno
alla diversificazione ed ad una motivazione di tipo culturale nella scelta delle
mete. A qualunque livello di frequentazione, la protezione della natura alpina
esige, dai singoli, l'impegno ad un uso minimale e corretto delle strutture
esistenti, e all'uso preferenziale dei mezzi pubblici per l'avvicinamento;
l'abitudine alla rimozione scrupolosa dei rifiuti e di ogni genere di traccia,
il rispetto altrettanto scrupoloso della natura (flora e fauna) nelle diverse
situazioni specifiche delle loro attivita', e quindi un certo grado di conoscenza
naturalistica della zona visitata. Stante la comunanza dei problemi ambientali,
le associazioni operanti in tutti i paesi di area alpina, si impegnano al
reciproco rispetto dei vigenti codici di autoregolamentazione.
Regole speciali per le
attivita'
Escursionismo
Le associazioni si impegnano a controllare l'apertura di nuovi sentieri e reti
sentieristiche e a realizzare la segnaletica con tipologie di scarso impatto
ambientale. Esse devono prendere definitivamente posizione contro
l'installazione di nuove vie ferrate e attrezzate e, ovunque possibile,
dismettere quelle esistenti, con la sola eccezione di quelle di rilevante valore
storico.
Gli escursionisti si impegnano a evitare scorciatoie su terreni non rocciosi per
diminuire gli effetti del dilavamento delle acque e prevenire i dissesti del
suolo; si impegnano inoltre a non abbandonare i sentieri, a ridurre
l'inquinamento acustico nell'attraversamento di aree protette o biotopi di
particolare rilevanza scientifica, e a valutare la capacita' di carico degli
ambienti attraversati.
Mountain-bike
Le regole precedenti valgono anche per chi usa la mountain-bike, con particolare
riferimento all'astensione dall'uso di mezzi di risalita, che riduce la
bicicletta ad un semplice attrezzo per la discesa.
Si richiede inoltre, alle associazioni, di seguire e controllare la diffusione
delle gare cercando di limitarne il proliferare; e, ai singoli biker, di
seguire, in attesa della definizione di un codice di autoregolamentazione
nazionale, le note e gia' sperimentate norme americane NORBA e IMBA, da adattare
alle differenti realta' territoriali.
Scialpinismo
L'obiettivo e' quello di limitare al massimo l'impatto ambientale e, in
particolare, gli effetti negativi su flora e fauna.
- Occorre rispettare la vegetazione in ogni sua forma, evitando in particolare
di sciare nel bosco in fase di rinnovazione e nei rimboschimenti, limitando i
danni provocati dalle affilate lamine degli sci, specie con neve polverosa e
scarsa.
- Rispettare la fauna selvatica, particolarmente sensibile nella stagione
invernale, caratterizzata da severi fattori ambientali, e durante il periodo
riproduttivo.
- Evitare rumori inutili nell'incontro con animali selvatici, non avvicinarti' e
inseguirli. In particolare, durante il periodo riproduttivo dei tetraonidi,
specie fortemente a rischio, astenersi da qualsiasi azione di disturbo nei
luoghi di corteggiamento (arene di canto).
- Nel bosco, quando esistano, privilegiare le strade forestali, sia in salita
che in discesa.
Scialpinismo
competitivo
Nell'organizzazione di competizioni, le associazioni si impegnano a ridurre il
numero delle manifestazioni e il numero dei partecipanti per ciascuna di esse.
Si evitino inoltre le aree a delicato equilibrio ambientale, specie sotto il
limite della vegetazione arborea.
Occorre poi astenersi da ogni modificazione dell'ambiente originario tramite la
costruzione di strutture fisse di supporto alle competizioni, garantendo, al
termine della manifestazione, il ripristino del percorso e delle aree ad esso
adiacenti.
Regolamentare l'uso del mezzo meccanico di supporto, da utilizzare
esclusivamente per eventuali interventi di soccorso.
Evitare l'uso di cariche esplosive per il distacco provocato di valanghe, in
caso di pericolo. In mancanza di un sicuro percorso alterativo, sara' opportuno
rinviare la manifestazione.
E' infine necessario elaborare una strategia che consenta di ridurre al minimo
l'impatto degli spettatori, utilizzando aree idonee e ben definite in cui
sostare, limitando l'inquinamento visivo e acustico (striscioni e altoparlanti).
Arrampicata in palestre
naturali
Si deve limitare l'apertura di nuove palestre, avendo cura di considerare -prima
di farlo- l'impatto sulla flora e sulla fauna, attenendosi al parere di persone
competenti e disinteressate, e del gruppo di lavoro istituito dal CAI. Nelle
palestre esistenti gli arrampicatori si impegnano al rispetto delle eventuali
convenzioni vigenti, e a un comportamento corretto per quanto riguarda
l'asportazione dei rifiuti, il mantenimento della zona alla base delle rocce e
dei sentieri di accesso. Anche l'arrampicata su cascate di ghiaccio puo' avere un
impatto ambientale, recando disturbo alla fauna, in un periodo assai delicato
per la sua sopravvivenza. E' pertanto necessario che i praticanti si attengano
alle indicazioni degli esperti.
Alpinismo
L'autoregolamentazione in alpinismo si riferisce al mantenimento o al ripristino
di condizioni ambientali conformi all'essenza dello sport alpino (wilderness =
solitudine in ambiente selvaggio), e questo a partire dalla collocazione dei
bivacchi fissi.
Estranei alla loro
funzione originaria sono i bivacchi collocati a poca distanza dal fondovalle o
da altri punti d'appoggio, lungo le vie di salita o in prossimita' della vetta.
Le associazioni devono quindi attenersi al criterio originario nella
collocazione di nuovi bivacchi e nel ripristino di quelli esistenti, procedendo
alla graduale eliminazione di quelli che a tale criterio non rispondono;
mantenere in efficienza i rifugi non custoditi e i locali invernali, che sono
punti di appoggio quasi esclusivamente alpinistici.
Per quanto riguarda
l'azione alpinistica propriamente detta, qualsiasi autoregolamentazione deve
basarsi sull'accettazione di una priorita'. Se per un arrampicatore sportivo
tale priorita' e' la performance tecnico-atletica ottenuta anche grazie alla
limitazione del rischio soggettivo, per l'alpinista essa e' la soluzione di un
problema di scalata posto dalla natura della montagna valendosi esclusivamente
dei mezzi di protezione e di progressione che essa consente.
Le regole che derivano
da questo principio sono le seguenti:
la costruzione artificiale di itinerari di arrampicata mediante perforazione
della roccia deve essere limitata alle pareti che gia' si sono prestate
naturalmente all'esercizio dell'arrampicata sportiva perche' situate in
prossimita' di punti d'appoggio, pur appartenendo a strutture della cresta
alpina. Alla stessa stregua possono essere considerati quegli itinerari
alpinistici la cui temporanea iperfrequentazione ha richiesto interventi
speciali ai punti di sosta per ragioni di sicurezza. Si tratta di itinerari che
- almeno temporaneamente - non consentono piu' una vera esperienza alpinistica.
Altrove l'apertura di
nuovi itinerari di scalata deve essere basata sulla struttura naturale della
montagna e sul rispetto degli itinerari esistenti. L'uso dei mezzi artificiali
che comportano la perforazione della roccia deve essere bandito o limitato a
casi straordinari, simili a quelli in cui essi sono stati tradizionalmente
tollerati, ossia ai casi in cui essi consentono il superamento di brevissime
interruzioni della linea di salita naturale; e ai casi di emergenza.
Nella ripetizione di itinerari di scalata in arrampicata libera devono essere
rispettate o ripristinate le protezioni disposte dai primi salitori o quelle
riconosciute accettabili dopo un certo numero di ripetizioni.
Rispetto delle regole
La presente autoregolamentazione impegna direttamente quanti, singoli e
associazioni, le hanno approvate o vi aderiranno, previa ratifica degli organi
competenti.
Le associazioni firmatarie provvederanno a sollecitarne e curarne il rispetto da
pane dei propri soci, mediante pubblicazioni, scuole e ogni utile iniziativa.
Eventuali inadempienze o violazioni potranno essere considerate quali
comportamenti in contrasto con lo spirito dell'associazione e, quindi, quali
violazioni di disposizioni associative con possibilita' di comminare sanzioni
disciplinari.

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